mercoledì 17 settembre 2014

L'ospedale di Cavalese non verrà ridimesionato: la fiducia del presidente Raffaele Zancanella

La riorganizzazione della sanità trentina a portato malumori in molte zone della Provincia di Trento facendo mobilitare la società civile e le associazione di volontaria e questo è successo anche per l'ospedale di Cavalese. A Cavalese però a differenza di altre zone come la Valsugana non ha visto la mobilitazione delle istituzioni.

La Comunità di Valle di Fiemme, come spiega il presidente Raffaele Zancanella, non ritiene di dover agire "motu proprio" in quanto non ci sono elementi che posso far presagire che la Giunta Provinciale e il suo Presidente abbia intenzione di disattendere il protocollo di intesa siglato il 09 ottobre 2013; sebbene la società civile faccia bene a tenere alta l'attenzione sul tema sanità.

L'impegno preso dall'allora assessore alla sanità Ugo Rossi, al politico di riferimento dr. Mauro Gilmozzi, al dirgente della Azienda Sanitaria Proviciale dr. Luciano Flor, i raprappresentati delle Comunità locali non prevedono un ridimensionamento del nosocomio; bensì un migliroamento, ampliamento riqualficazione secondo un disegno delineato non rivolto a livello locale

Lo stesso attuale assessore ai lavori pubblici Gilmozzi ha illustrato davanti ad una folta partecipazione di amministratori delle Valli Fiemme, Cembra, Fassa il progetto di realizzazione ex novo dell'ospedale avendo la ristrutturazione costi analoghi. Il costo dell'opera è stta quantificata in 35 milioni di euro che l'assessore Gilmozzi risorse che verranno reperite con la revisione del programma dei lavori pubblici della PAT. Anche per tali rassicurazioni da parte dell'asessore ai lavori pubblici non fanno presagire alla COmunità di Valle una volontà di rimangiarsi la parola data da parte della Giunta Provinciale.

giovedì 11 settembre 2014

Parco Agricolo dell'Alto Garda tra stallo e attuazione

La legge della provincia di Trento n. 15 del 2008 portò all'istutuzione del "Parco agricolo del garda Trentino" a seguito della proposta di legislativa di iniziativa popolare che aveva raccolto numerose firme. Il parco era stato istituito per la promozione dell equilibrio dell'equilibrio ambientale dell'aree del distretto (le quali venivano individuate nell'allegato A alla legge) e le circostanti Per fare ciò si intendeva:

  1. salvagiuardare e promuovere, riqualificare e potenzire le attività agropastorali;
  2. promuovere della fruizione culturale, turistica e ricreativa dell'ambiente;
  3. valorizzare e recuperare il paesaggio ee l'ambiente delle fasce di collegamento tra aree urbanizzate e campagna, nonché alla connessione delle aree esterne con sistemi di verde urbano;

Si escludeva comunque che le aree del parco rientrassero nella normativa sulle riserve.

Per fare ciò si davano delle competenze chiare alla comunità di valle che gestiva il distretto attraverso un'agenzia che vedeva partecipare i portatori di interessi.

Lo stallo. L'iniziativa ancor oggi non ha visto al di la della legge concretizzazione, in quanto le risorse economiche hanno visto un ridimensionamento e ciò ha imposto delle riflessioni tra i sindaci e amministratori delle zone interessate.

La conferenza dei sindaci della comunità dell'Alto Garda presieduta dall'asssessore de Guelmi del 7 luglio 2014 ha dettato i prossimi sviluppi del progetto:

  1. modifica della legge 15/2008 sopprimendo l'Agenzia di gestione del distretto agricolo e gli articoli che prevedevano che la stessa in materia di urbanistica.
  2. l'attivazione di un gruppo lavoro composto da un funzionario dell'ufficio periferico di Riva del Garda, da un tecnico di zona della Fondazione Edmund Mach, un rappresentate dall'Associazione Agraria, un rappresentante delle Organizzazioni sindacali agricole che indiviudui i progetti prioritari da sottoporre a focus group dei poratori di interesse;
  3. costituire un gruppo operativo composto dalla Comunità di Valle, Fondazione Edmund Mach, Cooperativa Valli del Sarca, Associazione Agraria, eventuali comuni interessati al finanziamento dei progetti ritenuti più interessanti sul fondo PSR;
  4. il suporto amministrativo rimane in acpo alla Comunità di Valle.

Anche a livello provinciale da parte dell'assessore competente Michele Dallapicola c'è voglia di chiarezza facendo i conti con le risorse calanti ricalibrando il Distretto Agricolo dell'Alto Garda sulla situazione attuale. Ciò avviene per lo stesso attraverso una struttura più snella che però guardi alla valorizzazione del territorio facendo sistema tra l'agricoltura e altri settore. Si mantiene la struttura della partecipativa sul sistema del Parco Fluviale.

Queste le modifiche che si vogliono apportare e fino a quando non avverranno è difficile vedere il Parco Agricolo partire. E' diffficile allo stato vedere visto che il supporto amminitrativo rimarrà alle Comunità di Valle vedere come ciò ci inserirà nella riforma delle stesse. La volontà c'è di farlo partire certo è che per valutare se ciò risponderà a ciò che nel 2007 si chiedeva con la raccolta firme si dovrà valutare come incideranno le modifiche e come le stesse verranno attuate. Si seguirà comunque la questione fino a che non sarà risolta e il Parco Agricolo dell'Alto Garda non sarà realtà.

sabato 6 settembre 2014

Alloggi ITEA tra domande e risposte dell'ITEA nella comunita dell'Alta Valsugana e Brenstol: qual'è la stato dell'arte

La casa è il bene al quale qualsiasi famiglia aspira e spesso si fanno molti sacrifici per ottenerla. L'ITEA è una societa dei capitali costiuita ai sensi dell'art. 7 della Legge Provinciale di Trento 7 novembre 2005, n. 15. Essa esercita il servizio pubblico di edilizia abitativa e opera per affidare in locazione a nuclei familiari nell'ambito della provincia di Trento e per conservare e d'incrementare la disponibilità di alloggi destinati a d'essere condotti in locazione. Fa parte delle partecipate della Provincia di Trento.

Le gradutatorie di chi può accedere agli alloggi Itea sono approvate dalle comunità di Valle e nel territorio della Comunità Alta Valsugana e Bersntol quest'anno sono state presentano 268 domande. Tale numero è in linea con le domande dello scoroso anno che sono state 333, ma in calo rispetto al dato del 2012 pari a 539 richieste.

Attualmente gli alloggi non occupati sono 47 e presentano queste condizioni:

  • n. 7 alloggi di nuova realizzazione per i quali si è in attesa di agibilità per poter procedere all’assegnazione;
  • n. 4 alloggi sono utilizzati da Itea come alloggi parcheggio ove spostare gli inquilini per consentire i lavori di bonifica dal vinil-amianto nei loro alloggi;
  • n. 3 alloggi segnalati alla Comunità di valle che deve procedere all’assegnazione;
  • n. 3 alloggi in corso di segnalazione alla Comunità di valle per l’assegnazione;
  • n. 1 alloggio destinato ad un’associazione non lucrativa;
  • n. 11 alloggi in corso di lavorazione riservati a soddisfare le domande di cambio alloggio degli attuali inquilini Itea;
  • n. 9 alloggi in corso di ristrutturazione dal Settore Investimenti;
  • n. 9 alloggi in corso di progettazione per poi effettuare i lavori di ristrutturazione nel corso del 2015.

Le Comunità di valle sono incaricate di assegnare l'alloggio facendo dipendere i tempi dell'asegnazione non solo dall'ITEa ma che dall'ente locale. Entro il 31 dicembre è probabile che si arrivi ad assegnare nell'Alta Valsugana circa 20 alloggi in linea alle consegne effettuate negli anni precedenti.

giovedì 4 settembre 2014

La Regione Veneto promuove lo sport per le persone disabili attraverso un bando

Scade il 15 settembre il termine per presentare domande per per poter partecipare al bando attraverso il quale la Regione Veneto ha deciso di finanziare la promozione e lo sviluppo della pratica sportiva delle persone con disabilità mettendo a disposizione contributi per 100 mila euro per l’anno corrente.

Tali iniziative erano previste dalla legge regionale del 2003, ma come sottolineato dal vicepresidente della Giunta e assessore regionale dello sport Marino Zorzato "erano alcuni anni che non c’era copertura economica, lasciando scoperta una realtà legata al mondo della pratica sportiva delle persone con disabilità."

Si è voluto sempre secondo l'assessore, colmare un vuoto nel settore dello sport delle persone con disabilità e di ciò ringrazia i consiglieri regionali.

A chi si rivolge. Possono presentare richiesta Società ed Associazioni sportive, enti di promozione sportiva, federazione sportive ed enti morali che hanno sede nel Veneto e hanno quale prevalente finalità statutaria la promozione della pratica sportiva dei disabili, senza fini di lucro. Il contributo regionale è indirizzato all’effettuazione di iniziative finalizzate a favorire l’accesso alla pratica sportiva da parte delle persone con disabilità.

Ulteriori informazioni e modulistica sono a disposizione nella sezione Bandi si possono ottenere qui.

lunedì 1 settembre 2014

Sabrina Iommi ha chiuso il primo ciclo di serate informative del comitato "Per un Primiero meno diviso"

Sabrina Iommi fusione comuni Primiero

Il 28 agosto 2014 presso il Centro Civico di Siror si è tenuto l'ultimo incontro del primo ciclo di informazione del Comitato " per un Primiero meno diviso". Un incontro che ha visto la ricercatrice IRPET presentare la sua ricerca sui temi dei costi dei comuni a un pubblico di 50 persone, ove era presente anche il sindaco di Tonadico Aurelio Gadenz.

Un percorso quello del comitato che è stato richiamato prima di lasciare spazio alla ricercatrice che ha visto raccogliere 1500 firme per chiedere agli amministratori l'indizione del referendum per la fusione degli otto comuni del Primiero e Vanoi. Un percorso che si vuole accelerare attravero l'informazione alle periferie di Sagron Mis e Canal San Bovo per poi arrivare a Mezzano e Siror per poterlo concludere con il referendum nell'ultimo scampolo del 2014. Un'accelerazione quella che si vuole imprimere per poter prorogare le amministazioni attuali nel 2015 e tenere le elezioni nel 2016 del comune unico. Un'eventuale elezione nel 2015 delle amministrazioni locali attuali renderebbbe il percorso più sdrucciolevole e avrebbe tempi incerti dovendo riprendere il discorso con le nuove amministrazioni.

Paolo Meneguz introduce la ricercatrice Sabrina Iommi dell'IRPET la quale è stata invitata dopo scambi di veduti tra i due dopo aver letto un articolo della stessa sui costi dei comuni su lavoce.info, la quale tra le altre cose ha portato avanti una ricerca sulla dimenione dei comuni e benesere dei citttadini.

La ricerca parte dall'analisi dei bilanci dei comuni toscani ma poi si è allargata a tutti i comuni. La stessa prende in esame la spesa generale che è un'approssimazione buona della spesa di funzionamento oltre che aad eere comparabile tra i vari enti. Dall'analisi si evinc che la dimensione ottimale di un comune è a 10 mila abitanti dopo di chi che la curva a U della spesa torna a salire per aumento della complessità e un maggior spreco. Spesso per evitare le fusioni si evincono motivazioni di identita da parte dei non economisti, ma l'identità non è una cosa statica e si evolve nel tempo. E' innegabile che nel tempo è diventato più facile spostarsi e spesso i sistemi locali di lavoro sono sovracomunali. Il Primiero è un sistema lolcale di lavoro come definito dall'ISTAT, comprendendo il Vanoi, essendo che la gente si muove sul terriritorio per le varie faccende quotidiani tra le quali il lavoro. Se si guarda al sistema comunale italiano e ai sistemi di lavoro dell'ISTAT, prendendo buoni quest'ultimi per una riforma dell'assetto istituzionale si potrebbe passare da 8100 comuni a 686 con un risparmio del 25% della spesa per a funzione generale per un valore assoluto di 4,2 miliardi di euro. Oltre a ciò si deve contare che ci sono dei costi indiretti come la difficoltà di rapportarsi di una piccola amministrazione oltre che alla difficoltà di poter far fronte a funzioni complesse e ai servizi ai cittadini con risorse non adeguatamente qualificate.

Tornando al Primiero una fusione degli 8 comuni farebbe passare da 128 a 22 gli amministratori coinvolti con una spesa che passerebbe da 370 mila euro a 216 mila euro. Si potrebbe inoltre ottimizzare le risorse della struttura ataverso un abbattiento in 10 anni del 40% della spesa per il personale che nel 2010 ammontava a 5 milioni di euro non sostituendo chi va in pensione. Inoltre si potrebbe iniziare a riorganizzare il personale per dotarlo a nuovi servizi ai cittadini.

Nella ricerca si fa riferimento per comune piccolo ad un comune con 3 mila - 5 mila abitanti. Le realtà più vicine alla osre sono le aree montane del piemonte e degli appennini toscani.

In merito ai conflitti tra realtà eterogenee e i problemi di decisioni la ricercatrice fa presente che lei a preso in esame solo i costi della funzione generale e ammette che non tutti i conflitti potranno venir risolti ma che comunque ci sarà una migliore gestione.

Daniele Gubert ha chiesto a Sabrina Iommi di portarci le esperienze della Toscana in termini di fusione e lei porta due. In un caso Incisa in Val d'Arno e Figline Valdarno, 7000 abitanti il primo e 17 mila abitanti il secondo, che non avevano obblighi di fusione vista la dimensione. I due comuni tra le motivazioni avevano che non erano più distinguibili uno dall'altro oltre che a contributi regionali e statali ed esonero per tre anni dal patto di stabilità. Per quanto riguarda gli otto comuni dell'isola elba invece non si è arrivati alla fusione. Dall'analisi anche di altre fusioni si è visto che i comuni di maggior dimensioni sono più favorevoli e inoltre che gli imprenditori non sono sfavorevoli alle stesse come ad esempio si è evinto con la Confindustria di Prato.

Sul fatto che una fusione con la creazione di un comune maggiori elimini i mediatori la ricatrice Sabrina Iommi concorda con Daniele Gubert. La stessa concorda pure con Maurizio Gaio sul fatto che un comune di maggiore dimensione potrebbe aver una programmazione migliore di un comune piccolo in quanto avrebbe una logica adeguata. Inoltre con risorse adeguate potrebbe un comune può assumere competenze maggiori e gestire meglio quelle attuali (una piano regolatore impiega 7 anni per esser redatto in media in un comune piccolo contro i 3 di uno maggiore. Il federalismo è tata una riforma che in parte è fallita anche per l'inadeguatezza della dimensione dei comuni.