mercoledì 28 gennaio 2015

Ospedale Ala e utilizzo di un piano per ospitare i profughi in un piano dello stesso

L'Ospedale di Ala è uno degli ospedali della provincia di Trento e che quindi è all'interno della riorganizzazione sanitaria. Scopriamo l'attuale situazione dell'ospedale grazie al vicensindaco di Ala Paolo Mondini che aveva proposto provocatoriamente di utilizzare un piano libero per ospitare i profughi.

L'attuale situazione dell'ospedale. Il presidio sanitario di Ala, che dipende dall’Ospedale civico di Rovereto, ospita ed eroga oggi i seguenti servizi:

  • Servizio Prelievi, Servizi amministrativi di cassa e segreteria.
  • Ambulatori specialistici di : Cardiologia, Ginecologia, Neurologia, Oculistica, Odontoiatria, Urologia, Dermatologia, Fisiatria (prevalentemente 2 appuntamenti settimanali)
  • Una Unità Operativa di Medicina Fisica e Riabilitazione in regime di Day Hospital.
  • Un Centro Terapeutico Residenziale ( 24 ore su 24) per la Riabilitazione psichiatrica.

Le modifiche previste dal protocollo del 2013. Il protocollo sottoscritto in data il 9 settembre 2013 dalla Provincia Autonoma di Trento, dalla Azienda Sanitaria, dai Comuni di Ala e di Avio e dalla Comunità della Vallagarina, ed approvato con deliberazione dei Consigli Comunali di Ala e di Avio e della Giunta Provinciale, rileva la situazione attuale, valuta i dati di attività e definisce una proposta di riorganizzazione, in relazione al quadro complessivo della sanità trentina, che prevede in sintesi:

  • la modifica dell’assetto organizzativo della medicina generale verso un modello di medicina di gruppo (presenza dei medici di base nella struttura);
  • la riorganizzazione del Servizio di Fisioterapia per interni ed esterni;
  • l’attivazione di 20 posti letto a sostegno della domiciliarità e della fragilità (posti di sollievo in particolare per fascia anziana);
  • l’attivazione di 20 posti letto di RSA;
  • l’attivazione di 5 posti di “sollievo” presso la RSA di Avio;
  • la riorganizzazione dell’attività specialistica ambulatoriale in stretta connessione con l’Ospedale di Rovereto;
  • la revisione dell’utilizzo dell’ambulatorio di primo intervento (di fatto la chiusura dello stesso);
  • l’attivazione di un P.U.A. (punto unico di accesso);
  • l’unificazione dei Centri Diurni di Ala e Avio e Centro Servizi di Ala e la loro collocazione all'interno della struttura;
  • l’organizzazione della presenza nella struttura dei servizi socio-assistenziali della Comunità;

I profughi all'ospedale di Ala proposta provocatoria. Nessuna proposta formale è stata avanzata dal Comune all'Assessorato alla Sanità. La mia è stata una proposta personale e dichiaratamente provocatoria, tesa anche a denunciare il ritardo e il silenzio della PAT in merito alla attuazione del protocollo. Ritenevo e dichiaravo che se i rapporti fossero stati chiari, anche a fronte di comprensibili difficoltà o ritardi nell'avvio della riorganizzazione prevista dal protocollo, in ragione del complessivo riordino del sistema sanitario provinciale oggi in corso, la struttura dell’Ospedale, disponendo di almeno un piano libero e in quanto di proprietà della PAT, avrebbe potuto esser utilizzata, almeno temporaneamente, per accoglier un certo numero di profughi, meglio tra l’altro che nella struttura di Ronchi.

Il Comune di Ala è stato interessato del problema in relazione al possibile utilizzo di una struttura di proprietà della PAT, denominata “Handicamp” , situata nella frazione montana di Ronchi. Il Comune ha chiesto che in merito fosse interpellata l’Associazione che da sempre gestisce quella struttura e si tenesse conto dell’impatto sulla popolazione (costituita, in periodo invernale, da ca. 60 persone, per lo più anziane) e della collocazione isolata della frazione stessa. La proposta per ospitare ca. 20 profughi per un periodo limitato di tempo (fino a fine marzo 2015) ha sollevato contrarietà tra la popolazione e a quel punto non è stata più presa in considerazione dalla PAT. Il Comune di Ala non dispone per altro e nell'immediato di altre soluzioni.

I costi dell'accoglienza e per quanto si è disposti di accogliere a Ala. L’accoglienza ai profughi è gestita e garantita con proprie risorse dallo Stato che delega alle Regioni o, nel nostro caso, alla Provincia gli aspetti organizzativi-gestionali. La proposta avanzata per la nostra realtà faceva riferimento all'emergenza freddo e quindi ad un periodo limitati di alcuni mesi.

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